28-12-2013
Tra Natale e S.Stefano le nevicate sono state copiose ma a temperature mediamente alte, con il risultato di trovare neve umida... e pericolosa.
Io e Carlo decidiamo per Forcella della Neve che con pendenze moderate si presenta come itinerario abbastanza sicuro.
Partiamo dal parcheggio su comoda traccia (profonda) fino ad arrivare al colle dove, più o meno, terminava il vecchio skilifit.
fantastico controluce, dove le tracce in salita finiscono
Qui le tracce terminano e fino in forcella sarà tutto da tracciare... troveremo 30-40cm su strato, sempre nuovo, ma più denso.
A pochi metri dalla meta abbiamo qualche sospetto di accumulo e così decidiamo per la forcella più altina e poco distante a DX.
prove tecniche di inversione in prossimità della forcella
giornata e panorami stupendi
Sebbene gli scarponi fossero in giornata test, la discesa sarà entusiasmante.
profilo dei blogghisti
- rudy favero
- ATTENZIONE: in relazione alle gite inserite e descritte in questo blog, gli autori declinano ogni responsabilità per incidenti occorsi ad eventuali ripetitori. Inoltre non verranno indicate difficoltà, pendenze, materiali occorrenti ecc perchè crediamo siano informazioni che competono a guide alpine, libri e/o altri siti
domenica 29 dicembre 2013
domenica 15 dicembre 2013
Fessura sud del Pelmo 2726mt
14-12-2013
Per oggi la scelta giusta del versante era sicuramente il Sud e, fra le poche possibilità, esce dal cilindro "la fessura Sud del Pelmo", tra Pelmo e Pelmetto.
Chiedo ai soci Carlo e Roy se possa essere una scelta azzeccata per la mia seconda scialpinistica... e vengo subito rassicurato :-)
Così partiamo da Casere di Coi 1580mt e, verso Nord, puntiamo alla fessura.
Pelmetto, Pelmo e in mezzo, seminascosta, la fessura
Superati i dolci pendii ci portiamo sotto il canale dove ci mettiamo gli sci in spalla a causa di un piccolo svalangamento.
Sopra, nel cuore del canale, rimettiamo gli sci ai piedi e li teniamo fino alla strozzatura rocciosa in alto.
parte alta, con in vista la strozzatura
Io qui, 2530mt, mi fermo (sopra c'è la no fly zone ed meglio non osare troppo).
Roy e Carlo proseguono seguendo un paio di cenge esposte che permetteranno di riguadagnare il canale e raggiungere la forcella.
Carlo e Roy finte le cenge arrivano al canalino che da accesso al canale sopra
La discesa è una meraviglia: neve tirata come un biliardo con 5cm di pappetta... perfetta !
bella neve dove si corre
parte finale della fessura (by Carlo)
Gran giornata ... se non fosse per la caduta da fermo rimettendomi gli sci, come un fico, su un sasso.
Per oggi la scelta giusta del versante era sicuramente il Sud e, fra le poche possibilità, esce dal cilindro "la fessura Sud del Pelmo", tra Pelmo e Pelmetto.
Chiedo ai soci Carlo e Roy se possa essere una scelta azzeccata per la mia seconda scialpinistica... e vengo subito rassicurato :-)
Così partiamo da Casere di Coi 1580mt e, verso Nord, puntiamo alla fessura.
Pelmetto, Pelmo e in mezzo, seminascosta, la fessura
Superati i dolci pendii ci portiamo sotto il canale dove ci mettiamo gli sci in spalla a causa di un piccolo svalangamento.
Sopra, nel cuore del canale, rimettiamo gli sci ai piedi e li teniamo fino alla strozzatura rocciosa in alto.
parte alta, con in vista la strozzatura
Io qui, 2530mt, mi fermo (sopra c'è la no fly zone ed meglio non osare troppo).
Roy e Carlo proseguono seguendo un paio di cenge esposte che permetteranno di riguadagnare il canale e raggiungere la forcella.
Carlo e Roy finte le cenge arrivano al canalino che da accesso al canale sopra
La discesa è una meraviglia: neve tirata come un biliardo con 5cm di pappetta... perfetta !
bella neve dove si corre
parte finale della fessura (by Carlo)
Gran giornata ... se non fosse per la caduta da fermo rimettendomi gli sci, come un fico, su un sasso.
domenica 1 dicembre 2013
Mondeval 2455mt
01-12-2013
Oggi prima gita sci-alpinistica della stagione... e fortunata direi... visto la bella neve e la giornata stupenda.
Freddo a parte naturalmente... visto che io e Carlo partiamo a -10° dal tornante a 2000mt a Nord del passo Giau.
Raggiungiamo forcella Giau e così arriviamo al sole e ai meravigliosi panorami che il plateau offre.
vista sul Mondeval... e sullo sfondo il Pelmo
Breve discesa per poi risalire la cima su neve ventata.
Dalla vetta sci ai piedi scendiamo su neve a tratti morbida e a tratti crostosa che, nel mio caso, impongono ulteriore prudenza... e pian piano arrivo alla malga Mondeval: e questo è già un ottimo risultato.
Risaliamo verso forcella Gaiu in totale solitudine dove ci attenderà una bella discesa su polvere fino all'auto.
contro luce
risalita verso forcella Giau
Evvai...buona la prima
Oggi prima gita sci-alpinistica della stagione... e fortunata direi... visto la bella neve e la giornata stupenda.
Freddo a parte naturalmente... visto che io e Carlo partiamo a -10° dal tornante a 2000mt a Nord del passo Giau.
Raggiungiamo forcella Giau e così arriviamo al sole e ai meravigliosi panorami che il plateau offre.
vista sul Mondeval... e sullo sfondo il Pelmo
Breve discesa per poi risalire la cima su neve ventata.
Dalla vetta sci ai piedi scendiamo su neve a tratti morbida e a tratti crostosa che, nel mio caso, impongono ulteriore prudenza... e pian piano arrivo alla malga Mondeval: e questo è già un ottimo risultato.
Risaliamo verso forcella Gaiu in totale solitudine dove ci attenderà una bella discesa su polvere fino all'auto.
contro luce
risalita verso forcella Giau
Evvai...buona la prima
mercoledì 20 novembre 2013
Scialpinistica Senales
lettera di addio alla mia splitboard... per mano di Barbara, che ora l'ha adottata
17-11-2013
Sarò prolissa.
Si parte alle sei in direzione Maso Corto. Siamo io, Pella e Carlo. La meta è caldamente suggerita dal Pella, sa che lì ci possono essere posti con neve buona già adesso. Non ci sono programmi precisi perché bisogna andar là e vedere, io del resto ho recuperato una split usata giusto venerdì e la devo provare, devo imparare a fare le inversioni e capirla in discesa. Inoltre è la prima gita di scialp della stagione e ho tutte le intenzioni di prenderla con la dovuta cautela…
Beh arriviamo a Maso Corto e l’impressione iniziale è abbastanza scoraggiante, neve poca pochissima giù in valle. Siam sicuri che sul ghiacciaio ce n’è ovviamente, ma abbastanza da farci una bella gitarella? E poi quale gita? Punta Finale è subito bocciata dal Pella che giustamente mi fa notare che per un tavolaro è solo sofferenza, essendoci un traversone luuuugo sia in andata che al ritorno.
Poi la cabinovia va pagata e così, alla cieca, scoccia a tutti e tre. Parcheggiamo e decidiamo di chiedere info sulla neve nel ghiacciaio alla partenza degli impianti. Ma è proprio andando verso la partenza della cabinovia che un segno arriva dal cielo: una masnada di gggiovani in tute colorate aspetta in terrificante coda di salire. Non esiste che ci mettiamo in coda anche noi.
Sull’altro versante della valle c’è la seggiovia che sale alla baita Lazaun, la seggiovia è chiusa ma la pista sembra sufficientemente innevata. “Dai, andiam là, pelliamo e vediamo cosa c’è sopra”. E sopra, beh, c’è parecchio! I versanti nord della punta saldura e della cima stotz sono ben innevati, la conca sotto è tutta bianca di neve polverosa. C’è gente che sale sulla nord della saldura, la guardiamo, irresistibilmente attratti. Decidiamo di salire, fin quando ce la facciamo. È la prima gita e so di non essere allenata abbastanza per una gran salitona e poi discesona, proseguo fissando mentalmente il punto di non ritorno. Arrivo lì e poi vedo. Comincio anche a soffrire un po’ la quota, testa leggera e gran fiatone mi accompagnano su e poi giù.
Finora però la salita con la split e le pelli su questa neve che ti fa sprofondare è perfetta. Con le ciaspole avrei fatto il triplo della fatica. Fino a qui poche inversioni superate tranquillamente grazie ai consigli di Carlo e Luca.
L’ambiente è bellissimo, gli occhi dei ragazzi si accendono d’entusiasmo guardando il canalone da salire e soprattutto quello subito sulla sinistra da scendere, che è per la maggior parte intonso. Solo quattro bravi sciatori lo pennellano mentre noi saliamo e arrivano giù con la gioia dipinta in faccia.
Continuiamo, i ragazzi più veloci, io più lenta. Lo spettacolo è meraviglioso, siamo completamente in ombra per il resto della gita ora e comincia a far fresco. La pendenza si fa più sostenuta, il pendio è bello carico di una neve meravigliosa. Pella a più riprese mi invita a mettere i rampant se non mi sento sicura. Ma in realtà finora anche le inversioni mi son venute senza grosse difficoltà, magari goffe, ma efficaci, insomma, mi sento sicura.
risaliamo la pista verso la baita Lazaun
panoramica sopra la baita Lazaun, cima oberettes sulla destra
Continuo nonostante il fiatone e, ad un certo punto, si fa strada tra la stanchezza la consapevolezza di essere dove sono, in un posto meraviglioso, con un paesaggio spettacolare, nessuno più intorno, la luce cristallina e calda del primo pomeriggio che illumina le cime delle montagne intorno…e le dolomiti laggiù in fondo, mo’ guarda…con un mare di nuvole poco sotto…Anche i ragazzi un po’ più sopra sono incantati.
risalita sulla vedretta di Lagaun
risalita sulla vedretta di Lagaun, spuntano le dolomiti laggiù in fondo
Quando la pendenza aumenta ancora ad un certo punto sprofondo con il piede a valle e scivolo sotto la traccia. Con la mia scarsa esperienza non riesco a risalire in fresca per riguadagnare la traccia, non faccio più tenuta. Pella dall’alto mi dà istruzioni precise e tranquille per il montaggio dei rampant. Quindi, impiegando un tempo infinito in cui Pella e Carlo si congelano, monto i rampant, riesco finalmente a fare una rocambolesca inversione e poi attraverso tutto il canalone per spostarmi in un posto tranquillo dove prepararmi per la discesa. I ragazzi sono arrivati a 3100 o su di lì, io un poco più sotto.
Anche il montaggio della tavola mi richiede un tempo lunghino, causa inesperienza e ghiaccio su attacchi e clips.
dalla forcella, il pendio da scendere
Sono super stanca, le mie energie sono finite. Ma ci aspetta una discesa lunga, la neve è spettacolare. I ragazzi cominciano a scendere il canalone piuttosto pendente con neve bellissima. Io parto timida, cerco di fare amicizia con la mia nuova tavola, le gambe però sono andate, marce. Scendo come posso, poi comincia un tratto pari dove mi pianto, mi spianto e riparto sempre più affaticata. Di nuovo pendio in discesa, di nuovo tratto pari dove mi pianto. Di nuovo discesa. Mi devo fermare ogni 3 curve a riprendere fiato, Carlo mi allunga un’ostia di sali minerali ed io faccio la comunione. All’ultimo tratto pari poco prima della baita Lazaun io e il Pella ci stacchiamo la tavola e proseguiamo e piedi; Carlo porta pietosamente la mia, per farmi procedere più svelta. Io e Pella arriviamo alla baita “stanchini”…che dire…quasi tramortiti. L’ultimo tratto è la pista non battuta, super facile, praticamente fatta al buio e per quel che mi riguarda, con il sedere, perché ero veramente cotta. Spuntino rinfrancante alla Forst e via in autostrada, arriviamo alle macchine alle nove e mezzo.
Beh non male come prima gita della stagione…e pensare che credevo di fare giusto una pellatina di prova.
Gita bellissima, ambiente meraviglioso, neve incredibile. Grande intuizione del Pella.
Grazie Carlo e Pella per la pazienza, non vorrei sembrare troppo zuccherosa, ma è sempre un grande piacere passare del tempo con voi, mica solo perché mi avete aspettato e aiutato, ma soprattutto perché è bello andar per monti con voi.
Nonostante la discesa rocambolesca sono felice di essere venuta e di aver incontrato le difficoltà che ho incontrato. Come molti raccontano infatti, son quelle che più di ogni altra cosa scoprono i tuoi limiti, mettono alla prova la tua volontà e le tue capacità.
foto by Carlo
17-11-2013
Sarò prolissa.
Si parte alle sei in direzione Maso Corto. Siamo io, Pella e Carlo. La meta è caldamente suggerita dal Pella, sa che lì ci possono essere posti con neve buona già adesso. Non ci sono programmi precisi perché bisogna andar là e vedere, io del resto ho recuperato una split usata giusto venerdì e la devo provare, devo imparare a fare le inversioni e capirla in discesa. Inoltre è la prima gita di scialp della stagione e ho tutte le intenzioni di prenderla con la dovuta cautela…
Beh arriviamo a Maso Corto e l’impressione iniziale è abbastanza scoraggiante, neve poca pochissima giù in valle. Siam sicuri che sul ghiacciaio ce n’è ovviamente, ma abbastanza da farci una bella gitarella? E poi quale gita? Punta Finale è subito bocciata dal Pella che giustamente mi fa notare che per un tavolaro è solo sofferenza, essendoci un traversone luuuugo sia in andata che al ritorno.
Poi la cabinovia va pagata e così, alla cieca, scoccia a tutti e tre. Parcheggiamo e decidiamo di chiedere info sulla neve nel ghiacciaio alla partenza degli impianti. Ma è proprio andando verso la partenza della cabinovia che un segno arriva dal cielo: una masnada di gggiovani in tute colorate aspetta in terrificante coda di salire. Non esiste che ci mettiamo in coda anche noi.
Sull’altro versante della valle c’è la seggiovia che sale alla baita Lazaun, la seggiovia è chiusa ma la pista sembra sufficientemente innevata. “Dai, andiam là, pelliamo e vediamo cosa c’è sopra”. E sopra, beh, c’è parecchio! I versanti nord della punta saldura e della cima stotz sono ben innevati, la conca sotto è tutta bianca di neve polverosa. C’è gente che sale sulla nord della saldura, la guardiamo, irresistibilmente attratti. Decidiamo di salire, fin quando ce la facciamo. È la prima gita e so di non essere allenata abbastanza per una gran salitona e poi discesona, proseguo fissando mentalmente il punto di non ritorno. Arrivo lì e poi vedo. Comincio anche a soffrire un po’ la quota, testa leggera e gran fiatone mi accompagnano su e poi giù.
Finora però la salita con la split e le pelli su questa neve che ti fa sprofondare è perfetta. Con le ciaspole avrei fatto il triplo della fatica. Fino a qui poche inversioni superate tranquillamente grazie ai consigli di Carlo e Luca.
L’ambiente è bellissimo, gli occhi dei ragazzi si accendono d’entusiasmo guardando il canalone da salire e soprattutto quello subito sulla sinistra da scendere, che è per la maggior parte intonso. Solo quattro bravi sciatori lo pennellano mentre noi saliamo e arrivano giù con la gioia dipinta in faccia.
Continuiamo, i ragazzi più veloci, io più lenta. Lo spettacolo è meraviglioso, siamo completamente in ombra per il resto della gita ora e comincia a far fresco. La pendenza si fa più sostenuta, il pendio è bello carico di una neve meravigliosa. Pella a più riprese mi invita a mettere i rampant se non mi sento sicura. Ma in realtà finora anche le inversioni mi son venute senza grosse difficoltà, magari goffe, ma efficaci, insomma, mi sento sicura.
risaliamo la pista verso la baita Lazaun
panoramica sopra la baita Lazaun, cima oberettes sulla destra
Continuo nonostante il fiatone e, ad un certo punto, si fa strada tra la stanchezza la consapevolezza di essere dove sono, in un posto meraviglioso, con un paesaggio spettacolare, nessuno più intorno, la luce cristallina e calda del primo pomeriggio che illumina le cime delle montagne intorno…e le dolomiti laggiù in fondo, mo’ guarda…con un mare di nuvole poco sotto…Anche i ragazzi un po’ più sopra sono incantati.
risalita sulla vedretta di Lagaun
risalita sulla vedretta di Lagaun, spuntano le dolomiti laggiù in fondo
Quando la pendenza aumenta ancora ad un certo punto sprofondo con il piede a valle e scivolo sotto la traccia. Con la mia scarsa esperienza non riesco a risalire in fresca per riguadagnare la traccia, non faccio più tenuta. Pella dall’alto mi dà istruzioni precise e tranquille per il montaggio dei rampant. Quindi, impiegando un tempo infinito in cui Pella e Carlo si congelano, monto i rampant, riesco finalmente a fare una rocambolesca inversione e poi attraverso tutto il canalone per spostarmi in un posto tranquillo dove prepararmi per la discesa. I ragazzi sono arrivati a 3100 o su di lì, io un poco più sotto.
Anche il montaggio della tavola mi richiede un tempo lunghino, causa inesperienza e ghiaccio su attacchi e clips.
dalla forcella, il pendio da scendere
Sono super stanca, le mie energie sono finite. Ma ci aspetta una discesa lunga, la neve è spettacolare. I ragazzi cominciano a scendere il canalone piuttosto pendente con neve bellissima. Io parto timida, cerco di fare amicizia con la mia nuova tavola, le gambe però sono andate, marce. Scendo come posso, poi comincia un tratto pari dove mi pianto, mi spianto e riparto sempre più affaticata. Di nuovo pendio in discesa, di nuovo tratto pari dove mi pianto. Di nuovo discesa. Mi devo fermare ogni 3 curve a riprendere fiato, Carlo mi allunga un’ostia di sali minerali ed io faccio la comunione. All’ultimo tratto pari poco prima della baita Lazaun io e il Pella ci stacchiamo la tavola e proseguiamo e piedi; Carlo porta pietosamente la mia, per farmi procedere più svelta. Io e Pella arriviamo alla baita “stanchini”…che dire…quasi tramortiti. L’ultimo tratto è la pista non battuta, super facile, praticamente fatta al buio e per quel che mi riguarda, con il sedere, perché ero veramente cotta. Spuntino rinfrancante alla Forst e via in autostrada, arriviamo alle macchine alle nove e mezzo.
Beh non male come prima gita della stagione…e pensare che credevo di fare giusto una pellatina di prova.
Gita bellissima, ambiente meraviglioso, neve incredibile. Grande intuizione del Pella.
Grazie Carlo e Pella per la pazienza, non vorrei sembrare troppo zuccherosa, ma è sempre un grande piacere passare del tempo con voi, mica solo perché mi avete aspettato e aiutato, ma soprattutto perché è bello andar per monti con voi.
Nonostante la discesa rocambolesca sono felice di essere venuta e di aver incontrato le difficoltà che ho incontrato. Come molti raccontano infatti, son quelle che più di ogni altra cosa scoprono i tuoi limiti, mettono alla prova la tua volontà e le tue capacità.
foto by Carlo
lunedì 14 ottobre 2013
Cimon Palantina, Cimon Cavallo - Alpago
13-10-2013
Qualche dubbio meteo c'era ma alla fine sian partiti, io e Giorgio, per un giretto mattiniero in Alpago.
Da malga Pian delle Lastre 1250mt su sentiero 923 andiamo verso casera Palantina, poveretta, tutta diroccata ...qui a Sx per rintracciare il sentiero di cresta che, bello ripido, ci porta in vetta alla Palantina 2190mt.
h.9.20... ormai è vetta della Palantina
Ora seguiamo la cresta Sud, verso il monte Colombera, fino a raggiungere il primo intaglio dove giriamo a Sx (sentiero erboso esposto con neve) per puntare prima alla forcella e poi alla cresta parzialmente attrezzata che ci porterà al monte Cavallo 2252mt.
inizio cresta verso il Colombera
parte finale della cresta Ovest del monte Cavallo
Puntiamo ora verso Nord (verso cima Lastè) dove troviamo neve e brina, a tratti insidiosa, e tenendo il sentiero basso raggiungeremo il rif Semenza 2020mt.
una bella passata di rosso vivo al bivacco di f.lla Lastè
Per la discesa preferiamo la variante bassa, per il sasson della Madonna.
foto by Giorgio
Qualche dubbio meteo c'era ma alla fine sian partiti, io e Giorgio, per un giretto mattiniero in Alpago.
Da malga Pian delle Lastre 1250mt su sentiero 923 andiamo verso casera Palantina, poveretta, tutta diroccata ...qui a Sx per rintracciare il sentiero di cresta che, bello ripido, ci porta in vetta alla Palantina 2190mt.
h.9.20... ormai è vetta della Palantina
Ora seguiamo la cresta Sud, verso il monte Colombera, fino a raggiungere il primo intaglio dove giriamo a Sx (sentiero erboso esposto con neve) per puntare prima alla forcella e poi alla cresta parzialmente attrezzata che ci porterà al monte Cavallo 2252mt.
inizio cresta verso il Colombera
parte finale della cresta Ovest del monte Cavallo
Puntiamo ora verso Nord (verso cima Lastè) dove troviamo neve e brina, a tratti insidiosa, e tenendo il sentiero basso raggiungeremo il rif Semenza 2020mt.
una bella passata di rosso vivo al bivacco di f.lla Lastè
Per la discesa preferiamo la variante bassa, per il sasson della Madonna.
foto by Giorgio
domenica 22 settembre 2013
Ferrata Dibona - Cristallo group
21-09-2013
che bella giornata, fresca e tersa !
Partiamo da Rio Gere e raggiungiamo forcella Staunies con gli impianti, ad un passo dai 3000mt.
Da qui parte il sentiero attrezzato che in pochi metri ci fa subito calpestare la neve, a tratti insidiosa perchè ghiacciata, imponendo maggiore prudenza.
poco dopo la partenza...versanti Nord, freschi !
famosissimo ponte sospeso, con un pò di corrente d'aria
anche sui versanti Sud neve, ma già ammorbidita dal sole
passaggi suggestivi
L'itinerario quasi sempre sul filo di cresta (cresta di confine durante il primo conflitto mondiale) offre panorami difficilemente descrivibili.
a mezzogiorno siamo in vista della baita degli alpini (Ric. Buffa) dove pranzeremo
"olà, hai da magnà?"
Continuiamo fino alla forcella Grande 2875mt dove il sentiero piega in discesa a sx. Da qui con 100mt di dislivello arriviamo al bivio che a dx porta a Ospitale mentre dritti, sempre in discesa, si va verso Son Forca - Rio Gere.
Noi optiamo per quest'ultima soluzione per poi abbandonare il sentiero e seguire, a naso, il greto di un torrente con lo scopo di raggiungere il sentiero 203-204 per guadagnare, con 200mt di dislivello, la forcella Zumeles 2070mt.
ultimi tratti prima di raggiungere forcella Grande
in discesa verso la Val Padeon (sullo sfondo la prossima meta: f.lla Zumeles)
panoramica da f.lla Zumeles: in alto a sx f.lla Grande e in basso la deviazione nostra (greto del torrente e poi tracce tra i mughi)
Da qui discesa a ripidi zig-zag fino a raggiungere il sentiero 211 alla volta di malga De Larieto
da f.lla Zumeles in picchiata verso la conca Ampezzana
che bella giornata, fresca e tersa !
Partiamo da Rio Gere e raggiungiamo forcella Staunies con gli impianti, ad un passo dai 3000mt.
Da qui parte il sentiero attrezzato che in pochi metri ci fa subito calpestare la neve, a tratti insidiosa perchè ghiacciata, imponendo maggiore prudenza.
poco dopo la partenza...versanti Nord, freschi !
famosissimo ponte sospeso, con un pò di corrente d'aria
anche sui versanti Sud neve, ma già ammorbidita dal sole
passaggi suggestivi
L'itinerario quasi sempre sul filo di cresta (cresta di confine durante il primo conflitto mondiale) offre panorami difficilemente descrivibili.
a mezzogiorno siamo in vista della baita degli alpini (Ric. Buffa) dove pranzeremo
"olà, hai da magnà?"
Continuiamo fino alla forcella Grande 2875mt dove il sentiero piega in discesa a sx. Da qui con 100mt di dislivello arriviamo al bivio che a dx porta a Ospitale mentre dritti, sempre in discesa, si va verso Son Forca - Rio Gere.
Noi optiamo per quest'ultima soluzione per poi abbandonare il sentiero e seguire, a naso, il greto di un torrente con lo scopo di raggiungere il sentiero 203-204 per guadagnare, con 200mt di dislivello, la forcella Zumeles 2070mt.
ultimi tratti prima di raggiungere forcella Grande
in discesa verso la Val Padeon (sullo sfondo la prossima meta: f.lla Zumeles)
panoramica da f.lla Zumeles: in alto a sx f.lla Grande e in basso la deviazione nostra (greto del torrente e poi tracce tra i mughi)
Da qui discesa a ripidi zig-zag fino a raggiungere il sentiero 211 alla volta di malga De Larieto
da f.lla Zumeles in picchiata verso la conca Ampezzana
sabato 31 agosto 2013
bivacco Voltolina - Marmarole
30-08-2013
La giornata per arrampicare è dubbia... e fresca.
Decidiamo così di farci un giro su questi posti stupendi e altrettanto deserti.
Partiamo io, Carlo e Margherita da Palus San Marco 1143mt (qualche km dopo Auronzo) per sentiero 226.
Già in zona Val del Fogo i paesaggi sono superbi e di seguito sempre meglio.
L'arrivo al bivacco Voltolina, posto all'inizio della Val Scotter, si fa desiderare e quando arriviamo è l'ora del pranzo.
breve tratto attrezzato prima del bivacco
al bivacco, terrazza con vista... sui Cadini di Misurina
al bivacco si medita sul da farsi
Proseguiamo poi verso f.lla Scotter per ammirare Pelmo, Antelao, San vito di Cadore... e poco altro perché le nubi rovinano tutto.
cime Nosoio e Scotter ... molto particolari
una vecchia conoscenza... il rif. San Marco
dislivello salita = dislivello discesa = 1400mt
La giornata per arrampicare è dubbia... e fresca.
Decidiamo così di farci un giro su questi posti stupendi e altrettanto deserti.
Partiamo io, Carlo e Margherita da Palus San Marco 1143mt (qualche km dopo Auronzo) per sentiero 226.
Già in zona Val del Fogo i paesaggi sono superbi e di seguito sempre meglio.
L'arrivo al bivacco Voltolina, posto all'inizio della Val Scotter, si fa desiderare e quando arriviamo è l'ora del pranzo.
breve tratto attrezzato prima del bivacco
al bivacco, terrazza con vista... sui Cadini di Misurina
al bivacco si medita sul da farsi
Proseguiamo poi verso f.lla Scotter per ammirare Pelmo, Antelao, San vito di Cadore... e poco altro perché le nubi rovinano tutto.
cime Nosoio e Scotter ... molto particolari
una vecchia conoscenza... il rif. San Marco
dislivello salita = dislivello discesa = 1400mt
mercoledì 28 agosto 2013
Monte Conero - Sentiero del Lupo
Il Conero sovrasta il mare Adriatico con belle pareti a picco rendendo suggestive i comuni di Numana e Sirolo.
Quest'ultimo è pertinente sul Sentiero del Lupo: un sentiero molto bello che permette di raggiungere la spiaggia delle Due Sorelle.... che per ordinanza risulta chiuso.
Mi informo in giro e risulta che detta chiusura è dovuta alla probabile caduta massi e per l'esposizione del sentiero che spesso viene affrontato da persone non adeguatamente equipaggiate.... dunque se il sig Sindaco di Sirolo amministrasse un Comune dolomitico chiuderebbe mezzi sentieri?
Panoramica dal mare: in alto il Belvedere Sud e in basso l'attacco del Sentiero del Lupo
i due caratteristici scogli, detti le Sorelle.
Le possibilità per raggiungere il Sentiero del Lupo sono due:
A) dal parcheggio del monte Conero 475mt dirigersi verso il Belvedere Sud che si raggiunge in mezz'ora.
cartello posto a Sx della Chiesetta al monte Conero.
foto scattata dal Belvedere... si vede l'attacco del Sentiero del Lupo
Proseguire poi per sentiero fino a svoltare a Sx al cartello grotta del Montarolo (qui zona Boulder). Raggiunta la grotta si prosegue per tracce di sentiero in ripida discesa fino a raggiungerne uno più marcato che in breve porta all'attacco di quello del Lupo.
B) da metà salita del monte Conero si prende il sentiero a Dx che indica Belvedere Sud.
il punto d'inizio dalla strada asfaltata
Al secondo cartello, che indica il Belvedere Sud in salita, si tiene invece la Dx, pianeggiante, e mantenendo più o meno la stessa quota porta all'attacco del sentiero del Lupo.
scorci su Sirolo
Raggiunto l'attacco del sentiero inizia la parte esposta e spesso assicurata da funi metalliche.
Il sentiero attraversa dei colatoi che sono sconsigliati in caso di forti piogge.
l'inizio del Sentiero sulla parete verticale ...con le prime funi metalliche
Raggiunta la spiaggia delle Due Sorelle, magari alle sette di sera come me, ci si regala un momento di vero relax in un ambiente mozzafiato.
Quest'ultimo è pertinente sul Sentiero del Lupo: un sentiero molto bello che permette di raggiungere la spiaggia delle Due Sorelle.... che per ordinanza risulta chiuso.
Mi informo in giro e risulta che detta chiusura è dovuta alla probabile caduta massi e per l'esposizione del sentiero che spesso viene affrontato da persone non adeguatamente equipaggiate.... dunque se il sig Sindaco di Sirolo amministrasse un Comune dolomitico chiuderebbe mezzi sentieri?
Panoramica dal mare: in alto il Belvedere Sud e in basso l'attacco del Sentiero del Lupo
i due caratteristici scogli, detti le Sorelle.
Le possibilità per raggiungere il Sentiero del Lupo sono due:
A) dal parcheggio del monte Conero 475mt dirigersi verso il Belvedere Sud che si raggiunge in mezz'ora.
cartello posto a Sx della Chiesetta al monte Conero.
foto scattata dal Belvedere... si vede l'attacco del Sentiero del Lupo
Proseguire poi per sentiero fino a svoltare a Sx al cartello grotta del Montarolo (qui zona Boulder). Raggiunta la grotta si prosegue per tracce di sentiero in ripida discesa fino a raggiungerne uno più marcato che in breve porta all'attacco di quello del Lupo.
B) da metà salita del monte Conero si prende il sentiero a Dx che indica Belvedere Sud.
il punto d'inizio dalla strada asfaltata
Al secondo cartello, che indica il Belvedere Sud in salita, si tiene invece la Dx, pianeggiante, e mantenendo più o meno la stessa quota porta all'attacco del sentiero del Lupo.
scorci su Sirolo
Raggiunto l'attacco del sentiero inizia la parte esposta e spesso assicurata da funi metalliche.
Il sentiero attraversa dei colatoi che sono sconsigliati in caso di forti piogge.
l'inizio del Sentiero sulla parete verticale ...con le prime funi metalliche
Raggiunta la spiaggia delle Due Sorelle, magari alle sette di sera come me, ci si regala un momento di vero relax in un ambiente mozzafiato.
giovedì 15 agosto 2013
Sorapiss via normale 3205mt
15-08-2013
con il meteo di Barabba che ci dice:
Tempo atteso: tempo ben soleggiato e stabile, con cielo sereno al mattino, eccetto in caso di qualche locale banco di nubi basse nelle prime ore; poco nuvoloso per modesta attività cumuliforme in giornata. Clima mattutino fresco, mite e gradevole di giorno.
....partiamo dal rif. Scotter (1580mt) io Carlo Margherita Mara Giulio per la vetta del Sorapiss, già pregustandoci panorami mozzafiato.
Bruciamo abbastanza velocemente le tappe del rifugio San Marco, Forcella Grande, Bivacco Slataper arrivando così, attraverso un faticoso ghiaione, all'attacco della via normale a circa 2800mt.
Tutta la via è tracciata da bolli rossi e ometti.
Passato un primo saltino, che ci dà subito la sveglia, si procede in diagonale verso Sx per cenge esposte e in breve si arriva al passaggio chiave: un camino con sasso incastrato valutato III° che, soprattutto in discesa, consiglia l'uso di una corda (30mt).
canalino e uscita dallo stesso
Si continua per cenge e sfasciumi fino ad un canalino + traverso delicato a pochi mt di dislivello dalla cima che raggiungiamo in 10min.
fasi del canalino + traverso delicato (sopra in salita e sotto in discesa)
cenge ghiaiose... costantemente avvolte nei nuvoloni... grrrr :-(
ultime rampe prima della vetta
La vetta... panorami che vanno&vengono, ma bello e suggestivo lo stesso
La discesa segue fedelmente l'itinerario di salita e i tempi di percorrenza sono pressoché i medesimi.
finalmente le nuvole si aprono un po' e ci fanno vedere quanta lunga è la strada del rientro
dislivello di salita = dislivello di discesa = 1650mt
con il meteo di Barabba che ci dice:
Tempo atteso: tempo ben soleggiato e stabile, con cielo sereno al mattino, eccetto in caso di qualche locale banco di nubi basse nelle prime ore; poco nuvoloso per modesta attività cumuliforme in giornata. Clima mattutino fresco, mite e gradevole di giorno.
....partiamo dal rif. Scotter (1580mt) io Carlo Margherita Mara Giulio per la vetta del Sorapiss, già pregustandoci panorami mozzafiato.
Bruciamo abbastanza velocemente le tappe del rifugio San Marco, Forcella Grande, Bivacco Slataper arrivando così, attraverso un faticoso ghiaione, all'attacco della via normale a circa 2800mt.
Tutta la via è tracciata da bolli rossi e ometti.
Passato un primo saltino, che ci dà subito la sveglia, si procede in diagonale verso Sx per cenge esposte e in breve si arriva al passaggio chiave: un camino con sasso incastrato valutato III° che, soprattutto in discesa, consiglia l'uso di una corda (30mt).
canalino e uscita dallo stesso
Si continua per cenge e sfasciumi fino ad un canalino + traverso delicato a pochi mt di dislivello dalla cima che raggiungiamo in 10min.
fasi del canalino + traverso delicato (sopra in salita e sotto in discesa)
cenge ghiaiose... costantemente avvolte nei nuvoloni... grrrr :-(
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La discesa segue fedelmente l'itinerario di salita e i tempi di percorrenza sono pressoché i medesimi.
finalmente le nuvole si aprono un po' e ci fanno vedere quanta lunga è la strada del rientro
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