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ATTENZIONE: in relazione alle gite inserite e descritte in questo blog, gli autori declinano ogni responsabilità per incidenti occorsi ad eventuali ripetitori. Inoltre non verranno indicate difficoltà, pendenze, materiali occorrenti ecc perchè crediamo siano informazioni che competono a guide alpine, libri e/o altri siti

sabato 24 aprile 2010

Antelao - via normale

24-04-2010

L’appetito vien mangiando, si dice, e noi viziosi golosi non siamo mai sazi in questa splendida stagione snowalpinistica.
L’idea comincia a balenare in testa già domenica scorsa al rientro dalla Tofana di mezzo, non appena si mostra al nostro sguardo lo scrutiamo, lo studiamo, ne valutiamo le condizioni di innevamento e dopo un breve “mmmmm!” di finta titubanza, all’unisono emaniamo il verdetto: “perché no?”
Detto fatto, Antelaoooo aspettaciii!!!

l'Antelao, il Re, visto dalla Tofana di Rozes

La formula è quella ormai collaudata che prevede un pernotto in quota per ammorbidire le fatiche e così, dopo il rito beneaugurante di pasta/pizza, io, Rudy e la new entry Marco, che da Corvara parte per un last second indimenticabile, risaliamo affardellati di tutto punto la pista/strada che porta al rif. Scotter.
La serata non ottimale dal punto di vista meteorologico rovina leggermente un’ascesa comunque piacevole e dopo alcune digressioni in quel del rif. San Marco alle 23 e 30 varchiamo l’uscio del bivacco invernale del Galassi.
L’indomani è denso di dubbi, le nubi notturne non hanno garantito un rigelo ottimale e le nostre split alle 6 sfondano già l’esile crosta di Forcella Piccola.
Ad est un’alba color porpora ci sorprende quando stiamo per affrontare il vant sotto la Bala rinfrancandoci gli animi, è uno spettacolo.

noi seguiremo, sia all'andata che al ritorno, la traccia rossa (verde=variante)

Il traverso ed il canalino sono una mazzata con le split sul groppone, ma quello che ci attende quando sbuchiamo sulle Laste ripaga di tutte le fatiche.

il sorpasso da parte di un fortissimo gruppo di altoatesini


Marco nella prima ripida salita, prima del traverso


eccoci alla fine del canalino, passaggio chiave

Le ultime inversioni sono un condensato di fatica ed emozione, il Biv Cosi è li protetto dalla sua veste invernale, poche parole escono dalle nostre bocche il timore del banale ci inibisce, mi scappa un FANTASTICO, Rudy e Marco annuiscono più con gli occhi che con la testa.

Daniele apre le danze sulle laste, sospese nel vuoto


Rudy a seguire


Daniele. Emozione indescrivibile


Marco


fine difficoltà.... Marco ora in picchiata verso f.lla Piccola


neve perfetta


ultimi metri per f.lla Piccola per Marco

dislivello di salita = dislivello di discesa = 1850mt

Daniele

sabato 17 aprile 2010

Tofana di Mezzo - parete Ovest (salita da f.lla Vallon)

17-04-2010
La prima cosa che mi vien da dire è: finalmente !
Era dal 2004 che avevo in mente questo itinerario, da quando l’avevo ammirato per la prima volta dalla Tofana di Rozes.
Da allora ho cominciato a chiedere informazioni e consigli circa questo tracciato senza trovare nessuno che l’avesse fatto… e questo non ha fatto che accrescere in me interesse e curiosità.

traccia verde salita, traccia rossa discesa

Finalmente ci sono i presupposti giusti per tentare.
Con Daniele e Giacomo siamo partiti ieri sera dalla strada del p.so Falzarego 1700mt, alla volta del bivacco Cantore che abbiamo raggiunto in tarda serata, trovandolo ben protetto da una spessa coltre di neve.

salita al bivacco Cantore, con qualche fiocco di neve

Un quarto d’ora di lavoro con la pala e riusciamo finalmente ad entrare alle 23.30 e a mezzanotte passata, ancora completamente vestiti (con tanto di scarpette degli scarponi) tentiamo una dormita, sotto 5 coperte che ci permettono un confort al limite del sopportabile.

Giacomo alla ricerca del secondo chiavistello d'entrata

Oggi partiamo in direzione f.lla Vallon alla punta Giovannina ma la lotta con la sonno pregressa è molto dura.
Quando raggiungiamo la forcella ci concediamo una breve sosta per ammirare il paesaggio e per armarci di piccozza, utile per affrontare il traverso che ci porterà al catino alle pendici della Tofana di Mezzo e della Tofana di Dentro.

il traverso


in salita verso la conca

Qui inizia l’itinerario attrezzato, che porta alla vetta della Tofana di Mezzo, e che ci segnerà la retta via, che seguirà in primis Daniele battendo traccia a passo costante ed inesorabile.

quasi in vetta; dietro si intravede il nostro canalone

La vetta è un momento emozionante…. Ci sediamo senza parole, esausti, circondati da un paesaggio senza uguali.
L’itinerario seguito in salita ci ha permesso di lasciare intonso il canale di discesa che scende dritto verso ovest (verso la val travenanzes) che ormai si sta velando di leggere nubi che ne accentuano così l’emozione della sciata.
Il canale parte subito ripido e con bella neve polverosa su fondo duro che permette una bella serie curve.
La discesa interseca la nostra traccia di salita per continuare nel ripido e suggestivo vallone dove la neve peggiora di qualità per i residui di vecchie valanghe.

fine delle danze... si comincia a pensare alla calata

Raggiungiamo il tratto più preoccupante della discesa dove si impone una calata in corda doppia per saltare una barra rocciosa. La ricerca di una sosta esistente risulta vana e l’ironia della sorte vuole che i nostri 4 chiodi e 1 vite da ghiaccio siano inutili a risolvere l’enigma…. riusciremo ad inventarci un artigianale clessidra scavata a mano tra due grossi massi per attrezzare la prima calata e servirà una successiva piccola clessidra naturale per la seconda calata di una decina di mt (visto che la corda doppia da 30mt non è sufficiente a depositarci sul conoide di neve sottostante.... che può avere altezze variabili a seconda dell'innevamento e dai depositi delle valanghe stagionali)

seconda e ultima calata

Ora non ci resta che risalire al rif. Giussani dove ci attende l'entusiasmante discesa su un firn perfetto, fino al rif. Dibona, che nonostante le gambe distrutte riusciamo a percorrerla a palla.

Uno degli itinerari più belli mai fatti in vita mia e che credo abbia trovato la soddisfazione dei miei compagni di gita.

Dislivello salita = dislivello discesa = 2000mt

c'è anche il video !

lunedì 12 aprile 2010

Travignolo c'è

11-04-2010

Come direbbe il buon Meda : TRAVIGNOLO C'E'!
dovevamo essere da tutt'altra parte ma alla fine attirati come l'orso dal miele ci siamo trovati a percorrere gli ultimi tornanti del passo Rolle.
8,30 si parte, baita Segantini è fiabesca come nel famoso quadro che la ritrae e dietro ad essa la linea sinuosa della nuova amata da domare e conquistare.

ed eccolo il passo del Travignolo

L'ascesa è come sempre in religioso silenzio ed oggi, se mai ce ne fosse la possibilità, lo è ancor di più, ogni pausa è buona per buttare uno sguardo all'insù a quell'insellatura alla fine di un budello che visto da distante e frontalmente appare come un muro bianco invalicabile.
A 50 mt. dalla strozzatura cambio d'assetto, split in spalla, ramponi ai piedi e picca in mano ci permettono una veloce progressione aiutati anche dalla comoda traccia di chi ci ha preceduto, 40, 30, 20, 10...passo del Travignolooo!
Uno strano gioco di nuvole lascia al sole poco spazio, lo puoi guardare ad occhio nudo come si fa con i filtri durante le eclissi di sole, è velato, sembra malato, poi improvvisamente come a teatro l'occhio di bue illumina la scena, la nostra forcella “s'accende” e per un breve tratto è l'unica zona nelle vicinanze illuminata, siamo comparse di questo splendido spettacolo.
Ci ristoriamo al sole, poi meccanicamente iniziamo i preparativi per la discesa.
Assembliamo le split gettando ogni tanto con finta noncuranza uno sguardo allo scivolo che ci attende, mette un po' di soggezione ma oggi ho sensazioni positive.
Parte Rudy, esita un po', con lo sguardo cerca la neve migliore, è in stallo, infine il movimento è quello giusto, quello “del non ritorno” e inizia la danza.
Lo seguo con lo sguardo fino al suo arresto mi fa ok con il pollice, mi abbasso la maschera e senza esitare lo raggiungo con un sorriso a 32 denti.

l'ostico backside sul ripido canale iniziale

quando arriviamo alla strettoia, tra le due soluzioni possibili, scegliamo di scendere a dx orografica e con calata in corda doppia, di pochi mt su sosta già attrezzata, siamo in breve depositati sui pendii sottostanti... ben più dolci


Non facciamo nemmeno in tempo a metabolizzare l'emozionante discesa che ci ritroviamo di nuovo alla Baita Segantini, avvolta in una fiabesca tormenta di neve


...e nella tormenta, anche questa splendida discesa, sembra un lontano ricordo


Daniele

sabato 3 aprile 2010

Bus Tofana e Tofana di Rozes... tentativo

03-04-2010
Oggi gran bella giornata di neve polverosa con Daniele e Michele.
Peccato che a mezzogiorno, come da previsioni, le nuvole si siano accanite sulla Tofana di Rozes e abbiano creato problemi di visibilità al punto da farci sfumare la vetta.
Partiamo da Cortina con la prima funivia per poi dirigerci verso il bus de tofana che con grande sorpresa troviamo senza tracce.

la nostra traccia di salita

doverosa contemplazione del paesaggio

Inizia dunque la breve ma faticosa salita verso il bus, su 40cm di neve fresca.
Nel tratto dove inizia la discesa a piedi, verso il bus vero e proprio, un vistoso accumulo ci ha imposto la discesa diretta, ben più ripida e con qualche sasso sporgente, che in breve ci ha permesso di raggiungere il paradiso.

tratto delicato alla partenza

Inizia così una bella serie di gran bei curvoni su bella polvere con qualche residuo di vecchia valanga.


fasi della discesa di Michele e Daniele

A circa 2500mt di quota tiriamo un veloce traverso dirigendoci verso il rif. Giussani e, prima di raggiungerlo, ci fermiamo e ci prepariamo per la salita verso la tofana di Rozes che per fortuna presenta già una traccia di salita.

Michele in salita

Il sole picchia duro e la salita si fa sentire; procediamo a passo discreto ma a quota 2900mt arrivano le nuvole, prima leggere poi sempre più dense.
A quota 3070mt, sul versante nord, non si riesce più a procedere con le pelli ma si deve procedere a ramponi... constatiamo inoltre che chi ci ha preceduto è salito alla vetta con i ramponi ed è ridisceso con gli stessi e così intuiamo che la discesa non sarebbe tanto remunerativa.

150mt di dislivello ci separano dalla vetta quasi inghiottita dalle nuvole

Dunque la neve dura e nuvole dense ci suggeriscono di girare i tacchi e così inizia la nostra discesa su neve stupenda.... anche se non alla velocità che vorremmo causa scarsa visibilità.
Giunti in prossimità dei ruderi del bivacco Cantore scendiamo nel vallone della teleferica dove la visibilità migliora e ci permette di velocizzare la discesa con grande euforia, fino a raggiungere poi il rif. Dibona dove ci attende un buon caffè e uno strudel "così così".

il cameraman filmava a mia insaputa


dislivello salita = 150 + 550 mt
dislivello discesa = 500 + 1000 mt

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